Il vicesindaco di Pesaro, Daniele Vimini, ha recentemente fatto ritorno da un incontro a Bruxelles dove ha discusso l’importante candidatura della città come Capitale Europea della Cultura nel 2033. Il territorio, insieme ai 50 comuni della provincia, sta puntando a un progetto inclusivo per rappresentare al meglio le voci locali. Tuttavia, Vimini ha espresso le sue perplessità riguardo il supporto della Regione Marche per la candidatura di Norcia, una città situata in Umbria, sollevando interrogativi sul sostegno politico a favore di questa iniziativa.
Il dibattito politico sulle candidature culturali
Daniele Vimini ha manifestato il suo disappunto verso il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il quale ha ufficialmente sostenuto la candidatura di Norcia. “Mentre ci impegniamo a presentare una candidatura unica di Pesaro-Urbino, che mira a unire differenti anime politiche e sociali dei 50 comuni della provincia, è davvero singolare che si decida di supportare una città di un’altra regione,” ha commentato Vimini. Questo increscioso sviluppo ha suscitato non poche polemiche tra i rappresentanti locali e ha portato a discutere le vere priorità della regione in ambito culturale e turistico.
La scelta del presidente non solo ha fatto discutere, ma ha anche creato confusione fra i cittadini, che hanno percepito questo supporto come un tentativo di dividere piuttosto che unire. Vimini ha descritto come questa notizia abbia sorpreso molti, al punto che alcuni abbiano pensato a un “pesce d’aprile fuori stagione.” Il vicesindaco ha messo in chiaro l’urgenza di una strategia condivisa che possa unire il territorio marchigiano e consentire a tutti i comuni di entrare in gioco senza distinzioni politiche.
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La vision per il 2033: unita e inclusiva
Vimini ha chiarito che l’incontro a Bruxelles è stato molto positivo e ha evidenziato la necessità di una visione collettiva per la candidatura del 2033. “Il primo obiettivo, sebbene non ancora formalizzato, è di poter presentare Pesaro e Urbino come un territorio coeso, piuttosto che come città singola,” ha spiegato. Questo approccio rappresenta un cambiamento rispetto alla tradizione, dove ogni candidatura ha solitamente come unico protagonista una sola città , lasciando in secondo piano i comuni circostanti.
Il vicesindaco ha sottolineato l’importanza di considerare l’intera provincia come parte integrante del progetto, con la promessa di lasciare da parte ogni forma di campanilismo o rivalità politica. Vimini ha fatto riferimento al precedente progetto “50×50 Capitali al Quadrato,” che ha rappresentato un modello esemplare di collaborazione tra i vari comuni, e ha affermato che questo dovrebbe fungere da ispirazione per il futuro. La candidatura dovrebbe riflettere l’identità collettiva del territorio e contribuire a un’immagine forte e coesa da presentare in ambito europeo.
L’importanza della cultura per la Regione Marche
La questione della candidatura come Capitale Europea della Cultura non riguarda solo la promozione turistica, ma anche un’opportunità per lo sviluppo culturale del territorio. Vimini ha rimarcato che il rafforzamento delle identità locali attraverso la cultura può portare a una maggiore coesione sociale e a una valorizzazione delle risorse artistiche e storiche. I progetti culturali e artistici possono fungere da catalizzatori per il miglioramento della qualità della vita in regione e l’incremento del senso di appartenenza tra i cittadini.
Il vicesindaco ha chiesto un approccio collaborativo da parte della Regione, incoraggiando Acquaroli a unirsi a Pesaro nel supporto di un’iniziativa che interessa l’intera comunità . L’auspicio è quello di vedere un marchio che rappresenti efficacemente l’eredità culturale delle Marche, unendo le forze delle diverse municipalità per avviare progetti che vadano oltre la semplice candidatura, ma che possano effettivamente trasformare la regione a livello culturale e sociale.
In questo clima di incertezze politiche, la sfida è chiara: costruire ponti invece di muri, promuovendo un’immagine unica e integrata delle Marche verso l’Europa e il mondo. La strada per il 2033 è lunga, ma con la giusta strategia e l’impegno dei comuni, l’opportunità di brillare come collegamento culturale tra le diverse identità della regione resta attuale e concreta.