Nasce l'osservatorio del credito in Abruzzo per affrontare la desertificazione bancaria

Nasce l’osservatorio del credito in Abruzzo per affrontare la desertificazione bancaria

In Abruzzo debutta un nuovo osservatorio del credito per monitorare le politiche di finanziamento, affrontare la desertificazione bancaria e migliorare l’accesso al credito per piccole e medie imprese.
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Nasce l'osservatorio del credito in Abruzzo per affrontare la desertificazione bancaria - Gaeta.it

Il nuovo osservatorio del credito ha debuttato in Abruzzo, rappresentando un passo significativo per monitorare e migliorare le politiche di finanziamento nella regione. Questo strumento mira a riunire la Regione e le figure chiave del settore produttivo locale, con l’obiettivo di analizzare l’andamento del credito e affrontare le sfide emerse nel contesto bancario attuale. L’iniziativa è stata avviata dall’assessore alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, durante una riunione del tavolo di lavoro con i membri dell’osservatorio recentemente nominati dalla Giunta regionale.

L’importanza del confronto nel settore creditizio

L’assessore Tiziana Magnacca ha enfatizzato l’importanza del dialogo e dell’analisi tra i vari attori coinvolti. La scelta di non isolarsi nelle decisioni, ma di adottare un approccio collaborativo, è stata evidenziata come un’opportunità per sviluppare iniziative concrete. Queste iniziative sono volte a frenare il progressivo esodo di istituti bancari dalla regione, un fenomeno definito “desertificazione bancaria“. Tale situazione non solo minaccia il personale del settore, ma ha anche ripercussioni significative sull’intero sistema economico abruzzese, privo di un elemento cruciale per la sua crescita e sviluppo.

In un contesto in cui il mondo bancario sta vivendo momenti critici, caratterizzati da tagli alle filiali e al personale, la necessità di interventi tempestivi risulta essenziale. La chiusura di sportelli e le ristrutturazioni in atto mettono sotto pressione l’occupazione e limitano l’accesso ai servizi bancari. A questo punto, rivedere le politiche creditizie diventa fondamentale per sostenere la categoria delle piccole e medie imprese, che richiedono finanziamenti per importi più contenuti, spesso indispensabili per la loro operatività quotidiana.

Le sfide nell’accesso al credito per le piccole e medie imprese

Un tema cruciale emerso nel dibattito riguarda i requisiti sempre più severi per la concessione di prestiti. L’osservatorio ha denunciato che molti istituti di credito rifiutano di lavorare su richieste di prestiti inferiori a 50.000 o 100.000 euro. Questa tendenza rappresenta un ostacolo significativo per le piccole e medie imprese, che spesso necessitano di somme inferiori per finanziare progetti o coprire spese correnti. Come risultato, lo squilibrio tra le esigenze delle aziende locali e le politiche delle banche genera un clima di insicurezza e preoccupazione.

Tiziana Magnacca ha sottolineato che, sebbene la riduzione del personale e la chiusura di sportelli abbiano il vantaggio di abbattere costi operativi, non si sono tradotte in un abbattimento dei costi dei servizi per i consumatori e le aziende. Questa discrepanza potrebbe portare a una situazione insostenibile per il tessuto economico locale, ora più che mai in cerca di supporto e stabilità nel settore creditizio.

Prospettive future: la necessità di un cambiamento

Con lo scenario attuale in rapida evoluzione, l’osservatorio del credito si propone come un monitoraggio attivo e continuo del settore, con l’auspicio di contribuire a una revisione delle politiche di accesso al credito. È fondamentale che le istituzioni bancarie collaborino con le realtà produttive locali per trovare soluzioni adeguate alle esigenze delle piccole e medie imprese.

Il futuro del credito in Abruzzo dipende dalla capacità di creare connessioni significative tra le banche e gli imprenditori, supportando l’innovazione e la crescita che la regione tanto desidera. I prossimi passi saranno determinanti per ridisegnare un ambiente in cui la liquidità e l’accesso a finanziamenti equi possa diventare un caposaldo per la ripresa economica del territorio.

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