l’eredità di claudio caligari raccontata da luca marinelli all’idroscalo di ostia

l’eredità di claudio caligari raccontata da luca marinelli all’idroscalo di ostia

Il puntasacra film fest all’idroscalo di Ostia celebra Claudio Caligari e la sua trilogia sulle periferie romane, con Luca Marinelli che racconta l’esperienza umana e artistica dietro “Non essere cattivo”.
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Il 2025 celebra Claudio Caligari e la sua trilogia sulle periferie romane, con Luca Marinelli che racconta l’esperienza umana e artistica sul set di *Non essere cattivo*, proiettato al Puntasacra Film Fest di Ostia per riflettere sulle marginalità ancora attuali. - Gaeta.it

Il 2025 si apre con un omaggio sentito a Claudio Caligari, regista che ha immortalato le periferie romane e le loro difficoltà in una trilogia di film diventata riferimento per chi cerca di capire le ombre dimenticate della città. All’idroscalo di Ostia, durante la quarta edizione del puntasacra film fest, Luca Marinelli ha ripercorso l’esperienza di “Non essere cattivo”, film che ha contribuito a rendere visibile un mondo fatto di disperazione, vite spezzate, ma anche di umanità imprevedibile.

il peso del racconto delle periferie nella trilogia di claudio caligari

Caligari ha rappresentato le periferie romane con un realismo crudo, senza agi né filtri. La sua trilogia, composta da “Amore tossico”, “L’odore della notte” e “Non essere cattivo”, resta una testimonianza dura di un universo segnato dalla povertà, dalla droga e dalla mancanza di prospettive. Queste condizioni, come ha spiegato Marinelli, si trasmettono di generazione in generazione, lasciando cicatrici che restano a lungo. Il coraggio del regista stava nel mostrare questa realtà a chi spesso preferisce voltarsi dall’altra parte, senza retorica o pietismi.

Un invito a guardare oltre

Questi film non si limitano a raccontare storie, ma mettono sotto i riflettori quello che accade nei quartieri marginali delle grandi città, fotografando persone reali e territori dimenticati. Il lavoro di Caligari è un invito a guardare negli occhi la sofferenza, a non ignorare il disagio che può nascere a pochi chilometri dal centro.

l’esperienza di luca marinelli sul set di non essere cattivo

Luca Marinelli ha descritto il set di “Non essere cattivo” come un’esperienza forte, quasi un viaggio dentro una vita estranea ma intensa. Il film, uscito nel 2015, raccontava un mondo fatto di amicizia, scelte difficili e strade pericolose. Marinelli ha sottolineato che il lavoro non è stato solo narrativo ma prima di tutto umano, aprendo la possibilità di entrare in contatto con persone vicine a quelle vicende, come detenuti o chi affronta percorsi di recupero.

Incontri che cambiano la prospettiva

Ricorda con precisione gli incontri in carcere e nelle comunità, momenti che hanno dato profondità al suo ruolo e all’intera storia. Marinelli ha ammesso di essersi sentito a volte in imbarazzo, consapevole di non appartenere a quell’ambiente, ma proprio questo ha aggiunto realismo e rispetto al suo lavoro. L’esperienza ha dato vita a un confronto diretto con le problematiche sociali, teatro narrativo decisivo di Caligari.

il lascito umano e artistico di claudio caligari secondo luca marinelli

Claudio Caligari si è speso fino all’ultimo per lasciare un messaggio forte attraverso la sua arte. Marinelli ha raccontato quanto il regista abbia lottato, anche di fronte alla malattia, senza mai rinunciare a raccontare quel mondo, impegnandosi senza curarsi della propria salute. Caligari ha insegnato a guardare oltre la paura, un sentimento che secondo lui “non porta a nulla”, e ha mostrato un profondo rispetto per il mestiere di raccontare storie con onestà.

Un’arte che nasce dall’esperienza

Ogni film usciva da un’esperienza vissuta, non da una fantasia: questo è uno dei motivi per cui il suo lavoro resta ancora oggi così attuale. Marinelli ha poi ricordato “Amore tossico”, film che ha un posto speciale anche nel cuore della sua famiglia, dimostrando come le opere di Caligari superino il confine tra arte e vita quotidiana.

puntasacra film fest e la riscoperta di non essere cattivo a dieci anni dall’uscita

La proiezione di “Non essere cattivo” all’idroscalo di Ostia ha fatto da apertura al puntasacra film fest, dedicato a un pubblico attento a cinema e realtà sociali. Questa rassegna nasce da un retaggio culturale che parte dal documentario “Punta Sacra”, portato nel 2020 ad Alice nella città da registi e produttori impegnati nel dibattito su periferie e marginalità.

Riflessioni che restano attuali

Rivedere “Non essere cattivo” a dieci anni dall’uscita ha stimolato riflessioni sulle condizioni che, purtroppo, restano immutate in alcune zone. L’evento ha riunito artisti come Marinelli, Meacci e Isola per sottolineare che il cinema può essere una finestra su mondi spesso invisibili, restituendo volti e parole a chi troppo spesso è tagliato fuori dalla narrazione dominante.

In questo contesto, il lavoro di Caligari non solo appare attuale ma rappresenta un monito a non dimenticare le crepe sociali sotto la patina della modernità romana.

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