Negli ultimi anni, la protezione delle infrastrutture critiche sottomarine è diventata una priorità strategica in contesti geopolitici sempre più complessi. Queste infrastrutture, che comprendono cavi sottomarini di comunicazione, gasi dotti e piattaforme estrattive, sono vitali per l’approvvigionamento energetico e la connettività globale. La Marina Militare Italiana ha avviato operazioni mirate per garantire la sicurezza di queste risorse, rispondendo alle minacce sia fisiche, come droni subacquei, sia cibernetiche. Attraverso misure di sorveglianza e controllo, l’Italia cerca di mantenere la propria sicurezza nazionale nell’ambiente marino e in quello cibernetico.
L’importanza delle infrastrutture critiche sottomarine
Le infrastrutture critiche sottomarine rappresentano un asse fondamentale per il funzionamento delle economie moderne. I cavi sottomarini, ad esempio, sono responsabili per circa il 99% del traffico internet globale e il loro funzionamento sicuro è essenziale per la comunicazione internazionale. Analogamente, i gasi doti offrono l’accesso a fonti energetiche vitali, come il gas azero, libico e algerino, contribuendo significativamente alla sicurezza energetica di paesi come l’Italia. Oltre alla loro importanza economica, queste infrastrutture sono vulnerabili a una serie di minacce.
La necessità di proteggere queste risorse è accentuata dal fatto che molti di questi cavi e condotti sono collocati in acque poco profonde, come quelle del Mediterraneo, che presentano un rischio maggiore di sabotaggio. Attacchi mirati da droni o altre operazioni ostili possono avere conseguenze devastanti, rendendo cruciale un monitoraggio attivo e continuo. Con l’espansione delle operazioni di sorveglianza, l’obiettivo è garantire la sicurezza delle infrastrutture attraverso una rete integrata di mezzi navali, aerei e subacquei.
La centrale operativa di Santa Rosa
La Marina Militare Italiana ha istituito una centrale operativa multidominio a Santa Rosa, non lontano da Roma, con l’obiettivo di monitorare l’ambiente marino. Questa centrale è diventata operativa un anno fa e funge da fulcro per gestire informazioni provenienti da una vasta gamma di fonti, tra cui sottomarini e cacciamine, oltre a unità delle forze speciali. La rilevazione di attività sospette è continua, con particolare attenzione alle aree marittime che potrebbero essere soggette a rischi di sabotaggio.
Il capo di Stato Maggiore della Marina, Enrico Credendino, ha sottolineato l’importanza della centrale per affrontare le minacce nel Mediterraneo e in altre aree critiche. Le tecnologie avanzate utilizzate per il monitoraggio, unite a un personale altamente specializzato, consentono alla Marina di avere una visione dettagliata della situazione, migliorando la capacità di risposta in caso di emergenze. Con l’incremento delle operazioni di sorveglianza, la centrale di Santa Rosa si afferma come un punto nevralgico per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine italiane.
L’operazione “Fondali sicuri”
Uno degli aspetti principali delle attività svolte dalla centrale di Santa Rosa è l’operazione “Fondali sicuri”, condotta dal Centro per la Sorveglianza delle Infrastrutture Critiche Subacquee. Questo programma garantisce un monitoraggio costante delle infrastrutture critiche sottomarine che hanno rilevanza nazionale. Attraverso l’uso di mezzi navali, aerei e subacquei, insieme a una rete radar costiera, la Marina Militare è in grado di analizzare in tempo reale la situazione degli impianti di comunicazione e dei gasi doti.
Questo monitoraggio interessa in particolare i cavi e i gasi doti che forniscono energia all’Italia, come il Trans Adriatic Pipeline e il Greenstream. I mezzi della Marina collaborano con operatori del settore energetico e delle comunicazioni per garantire protezione e prontezza a fronte di eventuali attacchi. Quest’operazione rappresenta un pilastro fondamentale della strategia italiana di sicurezza nazionale, dando priorità alla protezione delle infrastrutture essenziali.
Collaborazione con l’Istituto Idrografico e il Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori
La Marina Militare non solo monitora le infrastrutture critiche, ma supporta anche l’Istituto Idrografico attraverso le sue navi cacciamine, equipaggiate con sonar ad alta definizione. Questi mezzi sono utilizzati per raccogliere dati utili alla navigazione, aggiornando la documentazione nautica necessaria per garantire la sicurezza delle attività marittime. Inoltre, il gruppo operativo subacquei del Comsubin, in grado di effettuare ispezioni fino a 300 metri di profondità e oltre mille metri tramite robotica sottomarina, gioca un ruolo fondamentale nei controlli di sicurezza.
L’integrazione delle diverse capacità operative consente alla Marina Militare di operare in modo sinergico, potenziando l’efficacia delle operazioni di sorveglianza. Attraverso informazioni condivise, ogni componente della Marina contribuisce a un quadro complessivo della sicurezza marittima, assicurando la protezione delle infrastrutture critiche in un contesto geopolitico complesso.
La storia della centrale di Santa Rosa
La centrale di Santa Rosa ha una lunga e significativa storia, risalente agli anni ’30, quando fu costruita come stazione radiotelegrafica della Marina Militare. Fondata grazie alla donazione di un terreno da parte di monsignor Don Antonio D’Antoni, la stazione ha avuto un ruolo cruciale durante il conflitto mondiale, trasformandosi in un importante comando operativo nel 1942. Con l’evoluzione delle tecnologie di comunicazione e le crescenti minacce alla sicurezza marittima, la centrale ha visto ampliare il suo raggio d’azione e il suo ruolo strategico.
Oggi, questo complesso non è solo un centro di comando e controllo, ma rappresenta un fiore all’occhiello dell’impegno della Marina Militare Italiana nella sicurezza delle infrastrutture sottomarine. La sua crescita e modernizzazione rispondono alle nuove esigenze di sicurezza in un contesto internazionale sempre più sfidante. La storia di Santa Rosa è intrinsecamente legata alla crescita della Marina e alla salvaguardia degli interessi nazionali attraverso il monitoraggio e la protezione delle risorse vitali del Paese.