Un’iniziativa della giunta provinciale di Trento, guidata da Maurizio Fugatti, ha catturato l’attenzione per la sua ambizione di contrastare lo spopolamento negli 33 comuni selezionati. Con un investimento di 10 milioni di euro, il progetto mira a stimolare l’acquisto e la ristrutturazione di immobili, trasformando le aree rurali e marginali in punti di attrattiva per nuovi residenti. La misura rappresenta un’opportunità per rivitalizzare località che, negli ultimi dieci anni, hanno sofferto di un significativo calo demografico.
Obiettivi del piano di rilancio abitativo
Questa iniziativa è presentata come una misura sperimentale che si propone di affrontare l’emergenza abitativa sul territorio. Con la crescente difficoltà di trovare alloggi e un progressivo depauperamento delle comunità rurali, la giunta provinciale ha deciso di intervenire concretamente. Il piano prevede il riconoscimento di contributi a fondo perduto fino a 100mila euro per quanti decidono di acquistare e ristrutturare immobili finalizzati a scopi abitativi. La condizione fondamentale per ricevere il finanziamento è il vincolo di permanenza o di affitto a canone moderato per almeno 10 anni.
Il progetto evidenzia un approccio orientato non solo a riempire vuoti abitativi, ma anche a creare una vera e propria comunità sociale, favorendo la sostituzione di residenti che abbandonano le loro case tomba. Questa forma di intervento è mirata a contrastare la dissoluzione del tessuto sociale, in particolare in quelle aree meno turistiche, esposte a fenomeni di speculazione.
I comuni selezionati e i beneficiari
I 33 comuni prescelti per ricevere questi fondi sono stati scelti sulla base di due criteri: l’indice di decremento demografico e un indicatore di turisticità . Questo secondo parametro prende in considerazione il rapporto tra le presenze turistiche e la popolazione residente. I beneficiari di questa iniziativa sono le persone fisiche che hanno intenzione di acquisire un diritto di proprietà o usufrutto su un immobile, senza limitazioni di numero, fino a tre unità .
In dettaglio, l’aiuto economico per il progetto di acquisto prevede fino a 20.000 euro, mentre per lavori di ristrutturazione si possono ottenere contributi fino a 80.000 euro per un valore massimo di spesa pari a 200.000 euro. Questi apporti costituiscono una percentuale che varia dal 35% al 40% della spesa a seconda della localizzazione degli immobili. Tuttavia, è importante notare che i residenti nel comune dove si trova l’unità immobiliare non possono accedere al finanziamento, tranne per coloro che hanno meno di 45 anni.
Aspetti organizzativi e futuri sviluppi
La misura è stata espressamente definita come un primo passo, con la possibilità di aggiustamenti futuri a seconda delle risposte ricevute e dei risultati ottenuti nel medio-lungo termine. Tale esplorazione di modelli abitativi alternativi ha come fine non solo il bando alla perdita di popolazione, ma anche il rafforzamento della coesione sociale in una provincia che vede la sua identità legata alla storia e alle tradizioni locali.
Le regole per l’assegnazione dei contributi sono quindi chiaramente delineate, puntando a garantire trasparenza e correttezza nella distribuzione delle risorse. Mentre si attende il riscontro da parte del pubblico e il successo della misura, ci saranno sicuramente monitoraggi e feedback per migliorare l’applicazione del piano e apportare eventuali modifiche in modo efficiente.
Questo intervento della Provincia di Trento si presenta dunque come una sfida ambiziosa per invertire la rotta in un momento in cui la crisi demografica costituisce una problematica sempre più complessa da affrontare.