La minaccia di dazi da parte di trump spinge le borse asiatiche in calo e fa volare l'euro ai massimi dal 2021

La minaccia di dazi da parte di trump spinge le borse asiatiche in calo e fa volare l’euro ai massimi dal 2021

L’annuncio di nuovi dazi di Donald Trump provoca ribassi nelle borse asiatiche e in Europa, rafforza l’euro sul dollaro e spinge gli investitori verso oro e Treasury come beni rifugio in un clima di crescente incertezza.
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L'annuncio di nuovi dazi da parte di Donald Trump ha scatenato forti ribassi nelle borse asiatiche, un rafforzamento dell'euro e un aumento della domanda di oro e Treasury, riflettendo un clima di incertezza e cautela nei mercati finanziari globali. - Gaeta.it

L’annuncio del presidente americano Donald Trump di introdurre nuovi dazi unilaterali entro due settimane ha subito mosso i mercati finanziari. Le borse asiatiche hanno reagito con forti ribassi, mentre gli investitori hanno spostato capitali verso beni considerati rifugio come l’oro e i Treasury statunitensi. In questa dinamica, il dollaro ha perso terreno, favorendo un rialzo dell’euro ai livelli più alti da novembre 2021, con il cambio che ha superato quota 1,15 sul dollaro. Il clima di incertezza legato alla guerra commerciale si è ripercosso anche sui future europei e sulle piazze di Wall Street.

Il calo delle borse asiatiche e l’effetto sui mercati finanziari

Nella giornata del 2025, le principali borse asiatiche hanno registrato perdite significative a causa delle tensioni commerciali. Tokyo ha chiuso in ribasso dello 0,6%, Hong Kong ha perso lo 0,9%, mentre Sydney ha ceduto lo 0,2%. Shanghai e Shenzhen si sono mosse leggermente sotto la parità, rispettivamente con un calo dello 0,01% e dello 0,03%. Unica eccezione Seul, che ha registrato un aumento dello 0,2%. I future europei hanno risentito della situazione, con l’Euro Stoxx 50 in flessione dello 0,8%. Negli Stati Uniti, l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in calo dello 0,3%.

Un segnale di cautela dagli investitori

Questi movimenti testimoniano un atteggiamento di cautela tra gli investitori, che hanno colto nell’annuncio di Trump un segnale di possibili nuove difficoltà nei negoziati commerciali internazionali. Nel contesto attuale, le tensioni stanno incidendo sulle scelte degli operatori, che privilegiano asset meno rischiosi.

L’aumento dell’oro e la domanda di treasury come beni rifugio

In risposta all’incertezza dominante, l’oro ha guadagnato terreno. Il prezzo dell’oncia è salito dell’1,3%, raggiungendo i 3.373 dollari, livello significativo per un bene spesso scelto come “bene rifugio” in momenti di instabilità economica. Parallelamente, i rendimenti dei titoli di stato americani, i cosiddetti Treasury, sono scesi leggermente, attestandosi al 4,41%.

Protezione del capitale

Questi movimenti indicano che una parte degli investitori si sta spostando verso asset percepiti come più sicuri, con la volontà di proteggere il capitale dagli effetti di possibili dazi e altre misure economiche che potrebbero deprimere i mercati azionari e l’economia globale.

Il ruolo della politica commerciale americana e le reazioni degli operatori

Le minacce di dazi arrivano in una fase in cui era stato recentemente annunciato un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina. Questo rende la situazione più complessa perché svela un possibile irrigidimento nei rapporti bilaterali ed europei. Il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick, ha osservato che l’intesa con l’Unione europea sarà tra le ultime a essere definite.

Interpretazioni strategiche

Gli investitori si interrogano sulla natura delle minacce di Trump. Rodrigo Catril, strategist cambi alla National Australia Bank, ha commentato che potrebbero rappresentare “un tentativo di imprimere maggiore urgenza nelle trattative”. Questa ipotesi trova riscontro nel clima di negoziazioni sempre più teso e nell’impazienza di parti in gioco che vogliono evitare ritardi nelle intese commerciali.

L’effetto sui cambi e il sentiment degli investitori

Il dollaro, già sotto pressione dopo dati sull’inflazione americana inferiori alle attese, ha subito ulteriori perdite. L’euro ha beneficiato di questa debolezza, toccando valori che non si vedevano da più di tre anni, arrivando fino a 1,1532 sul biglietto verde. Il mercato dei cambi riflette così un quadro in cui rischio geopolitico e incertezza sui rapporti commerciali condizionano fortemente la fiducia degli operatori.

Considerazioni di un analista

Shier Lee Lim, analista macro e cambi di Comvera Singapore, ha evidenziato che il “sentimento per il rischio resta fragile”. Le tensioni commerciali, unite alle preoccupazioni geopolitiche, influenzano le scelte di portafoglio, spingendo molti investitori a privilegiare valute e asset che offrono maggiore stabilità in un contesto di instabilità globale.

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