Il benessere dei bambini nei paesi ricchi è peggiorato dopo la pandemia secondo il report unicef

Il benessere dei bambini nei paesi ricchi è peggiorato dopo la pandemia secondo il report unicef

Il report card 19 di Unicef evidenzia un peggioramento del benessere fisico e mentale dei bambini in 43 paesi Ocse e Ue tra il 2018 e il 2022, con ritardi scolastici e impatti della pandemia da Covid-19.
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Il report UNICEF evidenzia un peggioramento del benessere fisico, mentale e scolastico dei bambini in 43 paesi sviluppati a causa della pandemia, sottolineando l’urgenza di interventi mirati per tutelare le nuove generazioni. - Gaeta.it

L’Unicef ha pubblicato la report card 19, un confronto che prende in esame il benessere dei bambini e adolescenti in 43 paesi dell’Ocse e dell’Ue tra il 2018 e il 2022. Il documento segnala un peggioramento netto in vari ambiti, dalla scuola alla salute mentale, fino al fisico. Questo calo riflette gli effetti prolungati della pandemia da Covid-19 anche sulle fasce più giovani della popolazione nei paesi più sviluppati.

Dati generali sul benessere dei bambini nei 43 paesi esaminati

Il report mette a confronto il periodo prima e dopo pandemia, evidenziando una riduzione importante del rendimento scolastico e della qualità della vita dei bambini. Nei Paesi Bassi e in Danimarca si registra ancora un livello di benessere più alto rispetto agli altri paesi, con la Francia che segue subito dopo. L’Italia si colloca al nono posto tra 36 paesi con dati comparabili, una posizione che mostra una situazione contenuta ma comunque preoccupante. Il peggioramento riguarda soprattutto capacità fondamentali come la lettura e la matematica.

Ritardi negli apprendimenti e dati sulla scuola

La crisi causata dal virus ha creato un ritardo significativo negli apprendimenti, stimato tra i 7 mesi e un anno. Ci sono circa 8 milioni di quindicenni che non riescono a comprendere testi di livello base, una soglia che indica difficoltà diffuse. Non tutti i paesi hanno fornito dati completi, ma quelli disponibili mostrano una tendenza complessiva al calo delle capacità scolastiche e al peggioramento della salute mentale. Unico paese a registrare un miglioramento è stato il Giappone, segnale che alcune strategie locali hanno avuto successo.

Impatti sulla salute mentale e fisica dei bambini durante la pandemia

La report card 19 sottolinea come la soddisfazione di vita tra i bambini sia scesa in 14 dei 32 paesi con dati disponibili, un segno della crisi psicologica causata dall’isolamento, dalle incertezze e dai cambiamenti nelle abitudini quotidiane. Mentre l’attenzione pubblica si è concentrata molto sulla salute fisica legata al virus, i problemi mentali sono emersi come una sfida crescente nei paesi più sviluppati.

Un altro dato significativo riguarda il sovrappeso. La pandemia ha accentuato questa tendenza in 14 paesi, confermando un fenomeno già presente prima del 2020. Tuttavia Italia e Portogallo si distinguono per un calo sostanziale del sovrappeso tra i bambini, attestato da variazioni che vanno dal 29,6% al 27,3% nel nostro caso. Questo risultato suggerisce possibili differenze culturali, abitudini alimentari o efficacia di interventi locali durante il periodo di crisi.

Salute mentale e sovrappeso: focus sui dati

La diminuzione della soddisfazione di vita e l’aumento del sovrappeso indicano che gli effetti della pandemia si sono manifestati sia dal punto di vista psicologico che fisico. I dati dimostrano l’urgenza di interventi mirati per tutelare la salute complessiva dei bambini.

Riflessioni dell’unicef sulla situazione attuale e sulle esigenze future

Bo Viktor Nylund, direttore di Unicef Innocenti, ha enfatizzato come anche prima della pandemia i bambini affrontassero difficoltà su più fronti senza ricevere un sostegno adeguato. La pandemia ha aggravato le condizioni e colpito in modo particolare quei minori già vulnerabili o esclusi da reti di supporto efficaci. La crescente instabilità economica rappresenta un ulteriore ostacolo per le famiglie e per i sistemi educativi e sanitari.

L’appello di Bo Viktor Nylund

Secondo Nylund, i governi dei paesi ricchi devono rivedere le loro priorità e dedicare attenzione concreta ai bisogni dell’infanzia. C’è bisogno di politiche che assicurino un’istruzione stabile, servizi sanitari accessibili e azioni a tutela del benessere mentale. Senza questi interventi, le prospettive di vita e la felicità delle nuove generazioni rischiano di peggiorare ulteriormente, con ripercussioni anche sulle società e le economie nazionali.

Il report card 19 fornisce elementi concreti per comprendere gli effetti complessi della pandemia sulle nuove generazioni e mette in luce la necessità di agire sul fronte delle politiche pubbliche, mantenendo alta l’attenzione sul futuro dei bambini nei paesi più sviluppati.

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