La Diga di Campolattaro, uno dei progetti più significativi a livello nazionale in ambito idrico, è attualmente ferma a Milano, in attesa della validazione del progetto esecutivo da parte della società competente. Con un investimento complessivo di 700 milioni di euro, la diga è finanziata attraverso fondi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e altre fonti, ma le complicazioni burocratiche rischiano di compromettere un’opera considerata fondamentale per la regione Campania e per il Sud Italia.
Stato attuale del progetto
Il progetto della Diga di Campolattaro, di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è suddiviso in tre lotti. Attualmente, l’opera giace in attesa di approvazione a Milano, grazie a un finanziamento di 500 milioni di euro. Il rimanente importo proviene dalla Regione Campania, che ha investito notevoli risorse per garantire la realizzazione di questo progetto cruciale. I sopralluoghi del ministro Matteo Salvini e del governatore Vincenzo De Luca hanno messo in evidenza l’importanza strategica dell’impianto. Durante le visite, entrambi i rappresentanti hanno spesso sottolineato che l’opera non solo migliorerà la gestione delle risorse idriche nella regione, ma avrà anche un impatto significativo a livello nazionale, favorendo l’autonomia idrica della Campania.
Il terzo lotto e le promesse non mantenute
Particolare attenzione è rivolta al terzo lotto dell’opera, che coinvolge diversi comuni della Valle Telesina, noti per la loro vocazione vinicola. Qui i lavori, finanziati con 70 milioni di euro, sono stati avviati già da un anno. Tuttavia, le imprese che hanno ottenuto i contratti hanno già speso ingenti somme per l’acquisto di materiali e tubature, essenziali per la realizzazione dell’acquedotto dedicato all’acqua potabile, all’uso irriguo e alla produzione di energia idroelettrica. Nonostante gli sforzi e il sacrificio dei contadini che hanno ceduto i loro terreni per il passaggio dell’acquedotto, gli attesi ristori per le servitù e per l’occupazione temporanea non sono ancora arrivati.
I proprietari dei terreni si sono trovati a lamentarsi, parlando di una superficie complessiva di oltre 75mila metri quadrati di vigneti sottratti per la realizzazione dei lavori. I contadini esprimono delusione dopo aver accolto con entusiasmo la realizzazione del progetto, consapevoli dell’importanza della diga per lo sviluppo locale. Tuttavia, assistere al blocco dei lavori per questioni burocratiche ha generato frustrazione tra chi ha già fatto sacrifici.
Manifestazioni di disagio e appelli alla politica
La situazione ha spinto proprietari terrieri e lavoratori a lanciare un appello ai leader locali. Salvini e De Luca, entrambi contrari alla burocrazia che ostacola le opere pubbliche, sono stati esortati a intervenire concretamente per sbloccare la situazione. La richiesta è chiara: passare dalle parole ai fatti e rassicurare i cittadini sul fatto che le opere pubbliche possono avanzare senza intoppi burocratici.
Le voci di protesta non provengono solo dai contadini, ma anche dalle aziende coinvolte nella realizzazione dell’opera. Tra le richieste avanzate dalla società che deve validare il progetto esecutivo, emerge una riguardante dettagli minuziosi, come la scelta del tipo di maniglia per una finestra da inserire in una cabina elettrica. Questi aspetti, che sembrano trascurabili rispetto all’importanza generale dell’opera, contribuiscono a ritardi ingiustificati.
Con la speranza di un intervento immediato da parte delle autorità, c’è attesa per la ripresa dei lavori e per il rispetto delle promesse fatte. Continuare il progetto della Diga di Campolattaro non solo rappresenta una necessità per la Campania, ma è anche un’opportunità per dimostrare che la volontà politica può avere un impatto reale nel superare le difficoltà burocratiche.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Elisabetta Cina