Agricoltura abruzzese in crisi per carenza di manodopera e abbandono precoce dei lavoratori stagionali

Agricoltura abruzzese in crisi per carenza di manodopera e abbandono precoce dei lavoratori stagionali

La carenza di lavoratori stagionali in agricoltura in Abruzzo crea difficoltà organizzative e finanziarie; Cia Abruzzo propone formazione, incentivi e collaborazione tra enti per favorire lavoro regolare e contrastare sfruttamento.
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La carenza di manodopera stagionale in agricoltura in Abruzzo crea difficoltà organizzative e finanziarie; Cia Abruzzo propone formazione, incentivi e collaborazione tra enti per valorizzare il lavoro regolare e contrastare sfruttamento e lavoro nero. - Gaeta.it

La carenza di manodopera continua a pesare sull’agricoltura in Abruzzo, con aziende che faticano a trovare lavoratori stagionali disponibili e a mantenerli durante la raccolta. Cia Abruzzo ha segnalato come molti braccianti rinuncino al lavoro già dal primo giorno, creando problemi organizzativi e finanziari. Si apre così un confronto su possibili soluzioni per sostenere le imprese e migliorare le condizioni di chi lavora nei campi.

Difficile reperimento e retention dei lavoratori stagionali

Le aziende agricole abruzzesi si trovano a fronteggiare una carenza strutturale di forza lavoro stagionale. Non solo manca chi è disposto a presentarsi per il lavoro, ma tra quelli che iniziano la raccolta molti abbandonano quasi subito. La scelta di lasciare il lavoro dopo poche ore o un solo giorno si traduce in gravi disservizi per le imprese. I ritardi nella raccolta compromettono la qualità dei prodotti e aumentano i costi, poiché serve reclutare altre persone all’ultimo minuto, spesso con tariffe più alte o condizioni meno trasparenti.

Un fenomeno paradossale

Cia Abruzzo ha descritto il fenomeno come paradossale, dato che le aziende sono pronte a offrire contratti regolari e cercano persone anche tramite canali ufficiali, ma spesso i lavoratori non si presentano o fuggono. Questa fuga genera un circolo vizioso che indebolisce il sistema produttivo regionale e rende incerta la programmazione delle attività agricole.

Valorizzare il lavoro agricolo come professione

Nell’attuale scenario, l’attività agricola non può più essere considerata un impegno temporaneo o improvvisato. Cia Abruzzo ha evidenziato come il lavoro nei campi richieda oggi preparazione, motivazione e consapevolezza delle condizioni di fatica e responsabilità. Occorre valorizzare il lavoro agricolo come professione riconosciuta, non solo come lavoro “di passaggio”.

Formazione e stabilizzazione

Questo cambio di prospettiva implica anche un investimento sulla formazione diretta dei lavoratori, per far comprendere le esigenze reali delle aziende e le difficoltà che si incontrano sul campo. Formare i lavoratori vuol dire anche questo: garantire che chi si presenta per il lavoro sia davvero in grado di svolgerlo, riducendo l’abbandono precoce e stabilizzando l’occupazione stagionale. Proprio su questo fronte si punta molto, con l’idea di organizzare corsi brevi ma concreti, capaci di preparare il personale all’impegno agricolo in modo pratico e operativo.

Incentivi per lavoro regolare e contrasto all’abbandono

Uno dei nodi principali riguarda l’aspetto economico e contrattuale. Le imprese virtuose che assumono regolarmente devono poter contare su agevolazioni fiscali e contributive adeguate. Così si alleggeriscono i costi e si rende il lavoro regolare più competitivo rispetto a forme di impiego irregolari o sommerso, che in alcune realtà continuano a esistere.

Sostenere aziende e lavoratori

Le agevolazioni, oltre a sostenere le aziende, potrebbero anche aiutare a stabilizzare i lavoratori e premiare chi rispetta norme e diritti. Questo meccanismo risponde anche alla necessità di evitare lo sfruttamento e garantire condizioni più dignitose, che rappresentano un fattore chiave per tenere i lavoratori sul campo. Incentivi specifici potrebbero inoltre promuovere nuove assunzioni e migliorare i servizi di selezione, riducendo la frequenza di abbandoni e le inefficienze legate alla ricerca dell’organico stagionale.

Collaborazione tra enti per promuovere occupazione regolare

Cia Abruzzo ha segnalato l’importanza di costruire una rete tra imprese, istituzioni e organizzazioni territoriali. Servono accordi più stabili con centri per l’impiego, amministrazioni comunali, cooperative sociali e enti che operano nell’accoglienza e formazione dei migranti. Questi soggetti possono intercettare i lavoratori stranieri presenti sul territorio e orientare i loro percorsi verso occupazioni regolari, sicure e in condizioni dignitose.

Mediazione culturale e inclusione

La mediazione culturale e la formazione diventano strumenti utili per superare barriere linguistiche e sociali, favorendo l’inclusione. Al momento, molte di queste realtà risultano escluse dal confronto diretto con le imprese, mentre un loro coinvolgimento strutturato potrebbe migliorare la gestione dei flussi lavorativi. Il coordinamento tra istituzioni e imprese contribuirebbe a ridurre i vuoti di organico e a espandere l’offerta di lavoro regolare, limitando fenomeni di sfruttamento.

Contrastare lavoro sommerso e caporalato nelle campagne

Tra le questioni urgenti restano i controlli su lavoro nero, situazioni di caporalato e sfruttamento nelle campagne abruzzesi. Tali pratiche falsano la concorrenza tra le imprese e abbassano la qualità della vita dei lavoratori. Cia Abruzzo ha richiamato l’attenzione sulla necessità di intensificare le ispezioni e disinnescare quei circuiti illeciti.

Un ambiente di lavoro più sano

La presenza di manodopera irregolare influisce negativamente sull’intero comparto, penalizzando chi rispetta le norme e favorendo condizioni di lavoro indegne. Contrastare questi fenomeni è la premessa per creare un ambiente più sano e attrarre chi cerca un impiego stabile e trasparente. Solo garantendo regole certe, equità e sicurezza sarà possibile consolidare le imprese e restituire dignità al lavoro agricolo in regione.

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